La corsa all’oro non è finita
L’oro in Borsa splende come non ha fatto mai e batte ogni record volando a 1980 dollari l’oncia. Il sorpasso dei massimi in yen ed euro è storia passata, mancava il dollaro, valuta di riferimento.
A prevaricare sulle correlazione classiche era il rapporto che lega il metallo giallo con la quantità di moneta. Il binomio fra i due è molto semplice, l’oro è uno dei pochi beni al mondo raro e finito, ovvero la quantità esistente è ben nota ed è “poca” 190mila tonnellate a fronte, invece, di una quantità di moneta in continua ascesa. Essendo l’oro in quantità finita, più aumenta la quantità di moneta con cui viene valutato più aumenta il suo prezzo, mantenendo costante il rapporto fra i due.
Il vaccino elaborato dalle banche centrali per neutralizzare gli effetti da Covid 19 in Borsa e su alcuni apparati dell’economia è stato quello di stampare moneta raddoppiando i propri bilanci. La reazione sul prezzo dell’oro è stata immediata. A questo poi si è aggiunto il meccanismo classico: utilizzare l’oro come bene di rifugio per eccellenza. Ad oggi dunque si sommano due fattori che hanno accesso la miccia delle quotazioni, liquidità e crisi, insieme. Se ci aggiungiamo anche l’inflazione, come atteso da molti esperti, il mix diventerà esplosivo.