Il certificate giusto per vaccinare i propri investimenti
Investire nelle società pharma potrebbe essere una buona idea nell’attesa che venga raggiunta un’immunità di gregge, ma anche per quello che l’esperienza Covid ci sta insegnando per il futuro: l’attenzione alla salute e alla ricerca sarà molto maggiore che in passato. In questo contesto abbiamo individuato il certificate di Bnp Paribas con durata tre anni che punta su tre big del settore impegnati nella ricerca del vaccino. Si tratta di un Phoenix, Isin XS2121699511 con sottostanti Astrazeneca, Glaxosmith e Sanofi. Il prodotto oggi quota molto sotto la pari a 91 euro. L’aspetto più interessante di questo certificato, oltre al settore su cui consente di investire, è un rendimento di tutto rispetto che coniuga una protezione al ribasso con l’effetto memoria dei premi.
Crediamo che in questo caso un certificate rappresenti la scelta migliore di investimento in quanto ha il vantaggio di offrire un profilo difensivo, particolarmente apprezzato nei periodi di turbolenza e non solo. Investire su questo prodotto consente di poter contare su una protezione del capitale investito fino a cali del 30% dei singoli sottostanti a scadenza (poco meno di tre anni) e nel frattempo di godere di premi sostanziosi. Parliamo di cedole trimestrali del 2,7% (pari al 10,8% l’anno) che verranno staccate se i tre titoli non sono crollati, rispetto al loro prezzo iniziale, del 30%. Una protezione del capitale al 70% non sembra poca cosa per l’investitore che sceglie il certificato.
Nel breve la forza di questo prodotto risiede nella possibilità del rimborso anticipato che scatterà a febbraio se i tre big del pharma quoteranno sopra il livello iniziale. L’occasione di autocall si presenterà a ogni data di valutazione trimestrale. In questo caso all’investitore verrebbero rimborsati 100 euro per ogni certificato più il pagamento di tutti gli eventuali coupon non distribuiti precedentemente, oltre a quello relativo al trimestre in corso. Al momento questo scenario sembra abbastanza improbabile in quanto tutti e tre i sottostanti quotano sotto il livello iniziale, ma non si deve escludere un’accelerazione del settore farmaceutico nei prossimi mesi. Se quindi i tre titoli dovessero tornare, per esempio a maggio 2021, sopra il loro livello di prezzo iniziale (strike), questo permetterebbe all’investitore di realizzare in poco più di tre mesi, sulla base dei prezzi attuali di 91 euro, un rendimento superiore al 15% tra capital gain e cedole trimestrali.